domenica 31 gennaio 2010

La prossima guerra sarà per l'acqua

Oggi 50 persone sono entrate all'aeroporto Dal Molin e si sono incatenate alle gru del cantiere della nuova base USA per difendere l'acqua e la terra.
50 persone rischiano di persona un gravoso processo per aver calpestato il terreno di una base militare e lo hanno fatto per difendere il diritto di tutti all'acqua.
La nuova base militare in costruzione si trova sopra una delle più grandi falde acquifere d'Europa. La stessa falda che dovrebbe fornire l'acqua per innaffiare i proverbiali prati della tradizione americana. Per consolidare il terreno e potervi colare sopra ingenti quantità di cemento armato, vi sono stati conficcati centinaia di pali di cemento. Dai numerosi pozzi artesiani esistenti nelle vicinanze anche nelle proprietà dei confinanati, sta già uscendo acqua inquinata. Prima di iniziare questa scellerata avventura, si dovevano considerare gli eventuali danni al territorio e alla popolazione, con la Valutazione di Impatto Ambientale, almeno così sarebbe stato fatto negli States. Ma qui da noi, abbiamo il commissario gorvernativo Costa che ha deciso che non serviva nessuna indagine e intanto la falda si inquina e il suo livello si alza. Ora si trova a 50 cm dal piano di campagna e arando si trova l'acqua.

Vicenza, protesta dei "No Dal Molin"
"Si danneggia la falda acquifera"


Resta il consiglio dell'ultima geniale campagna pubblicitaria della Diesel:
be stupid.
Ancora una volta la pubblicità è più avanti nell'interpretazione del presente.

lunedì 25 gennaio 2010

SONO VENUTI AL BUIO

tratto da: globalproject Le idee sono ignifughe 25 / 1 / 2010
I comitati NOTAV Valle di Susa, Val Sangone, Torino e cintura

Ieri a Susa oltre 40.000 cittadini hanno sfilato pacificamente per confermare la loro contrarietà alla nuova linea TAV-TAC Torino-Lyon e ai sondaggi previsti.
Insieme a loro numerosi sindaci, moltissimi amministratori e tutta la Comunità Montana. con alla testa il suo Presidente.


questo video è tratto dal sito

Contemporaneamente a Hendaye, nei Pirenei francesi, 50.000 francesi e spagnoli dimostravano con le stesse motivazioni l’opposizione a quella tratta del “Corridoio 5”.

Come risposta a questa grandissima giornata ... questa notte è stato incendiato il Presidio NOTAV di Borgone.



ANCHE QUESTA VOLTA, COME LA SETTIMANA SCORSA QUANDO E’ STATO INCENDIATO IL PRESIDIO DI BRUZOLO, SONO VENUTI AL BUIO

COSI’ COME AL BUIO VENGONO LE TRIVELLE SCORTATE DA INGENTI FORZE DI POLIZIA

lunedì 11 gennaio 2010

SOUL KITCHEN: cibo per l'anima

Il critico cinematografico che preferisco, con Hollywood Party e Marco Lodoli, è Frank la maschera di una sala cinematografica che amo, di quelle che programmano un film alla volta e non prevedono la vendita di pop-corn.
Frank è un recensore attendibile e conosce i miei gusti; questa volta mi ha convinto dicendo: è una ventata di ottimismo intelligente. Sagge parole!
Aggiungo: la colonna sonora è notevole, gli attori sono bravi interpreti, il tema è sincronizzato con il presente, la grafica dei titoli di coda è piacevole (io li guardo sempre e non capisco perchè gli altri scattino dalla sedia appena il film finisce).
Il regista Fatih Akin, immigrato turco in Germania, ci ricorda la centralità dell'amore nelle vicende umane proprio nei giorni che riappare il grugno duro del razzismo.

Ecco il trailer che eliminerà ogni residuo di dubbio:

martedì 5 gennaio 2010

Revolution Square: l'Iran di Luther Blissett

Con questo video, online dal 30 dicembre 2009, Luther Blissett volge l’occhio all’Iran delle proteste, degli scontri, dei morti in piazza di cui non conosciamo (e probabilmente non conosceremo) né il numero né i nomi.
In un cut up di scene tratte da reportage televisivi e video online, scorrono i volti degli iraniani, uomini e soprattutto donne bellissime nei loro veli: immagini shockanti, vicine ma allo stesso tempo lontanissime, che restituiscono la crudezza della violenza della polizia armata sui civili. Il sangue scorre. Su questi flusso si innestano spezzoni del film animato Persepolis e immagini di vecchie contestazioni in bianco e nero, a confermare che in Iran nulla è cambiato come ci racconta il progetto Persepolis 2.0
Il finale è interamente occupato da una lunga scena di 2001 Odissea nello Spazio: la storia si ripete ed impossibile non pensare che, esattamente come l’alba della civiltà umana immortalata da Kubrick, il predominio della nostra specie è basato sulle armi e sulla violenza.
Anche quella dell’uomo sull’uomo.




grazie a: artsblog