domenica 20 febbraio 2011

feudalesimo aziendale

 L’accordo sottoscritto a Mirafiori da tutti i sindacati tranne la Fiom, rischia di ripiombare il paese in un vero e proprio “feudalesimo aziendale”.
Quell’accordo, che ogni lavoratore dovrà poi sottoscrivere individualmente, se vuole essere riassunto dalla nuova società (NewCo), prevede una gravissima limitazione del diritto di sciopero e l’abolizione della rappresentanza elettiva a favore di una gestione dei contenziosi affidata ai sindacati firmatari, senza alcun miglioramento delle condizioni di lavoro o della sicurezza dell’occupazione.
Gli operai verranno infatti messi in cassa integrazione. Nel frattempo, verranno convocati uno a uno per essere selezionati e per firmare il contratto individuale che li vincolerà indissolubilmente ai termini dell’accordo.
Molti probabilmente verranno scartati, perché maestranze che nel 2012 avranno un’età media di 48 anni, per il 30 per cento composte da donne, e per il 30 con ridotte capacità lavorative, non possono certo reggere i ritmi di lavoro previsti dall’accordo.

Liberamente tratto dal blog di Guido Viale che invito a visitare

lunedì 14 febbraio 2011

la società civile è scesa in piazza

Sono orgogliosa della mia "tranquilla" città.
Ieri eravamo veramente in tanti come non succedeva dalla grande manifestazione nazionale contro la base militare al Dal Molin.

Belle facce in corteo, tanta volgia di parlare e di confrontarsi, moltissimi interventi dal "palco" gentilmente concesso dalla Direttrice del Museo Civico cittadino (l'ingresso sopraelevato di palazzo Chiericati, capolavoro di Andrea Palladio).



video tratto da Vicenza Più (unica alternativa alla "voce del padrone" il quotidiano più letto in provincia) che ha commentato così:
La partecipazione a "Se non ora, quando?" è stata oggettivamente enorme per una città 'tranquilla' come Vicenza: tra le 6.000 e le 10.000 persone a seconda delle stime, con tantissimi giovani di entrambi i sessi.

Tra i tanti cartelli ironici: "xe ora de far su el mascio"
traduzione: è arrivato il momento di uccidere il maiale (come da tradizione)
Messaggio quasi subliminale, che invita la società italiana a "uccidere" il re per fare la rivoluzione che ancora manca nella nostra storia patria.
Un invito da non perdere nell'occasione del 150° dell'Unità d'Italia.

Le donne sono il motore della civiltà e della società:
lo hanno dimostrato ancora una volta.