Oggi è il quarantottesimo anniversario del disastro del Vajont.
Una strage annunciata che non conosce giustizia come molte altre in questo magnifico paese.
La storia di queste comunità venne sconvolta
dalla costruzione della diga del Vajont, che determinò la frana del
monte Toc nel lago artificiale. La sera del 9 ottobre 1963 si elevò
un immane ondata, che seminò ovunque morte e desolazione.
La stima più attendibile è, a tutt'oggi, di 1910 vittime.
per
approfondire e altri ricordi Wikipedia
(finchè c'è)
Nel trentaquattresimo anniversario, Rai Due (ai tempi di Freccero) mandò in onda lo spettacolo teatrale di Marco Paolini che sarà un tale successo, da ricevere l'oscar televisivo come programma dell'anno.
Oggi si commemora con la prima Giornata nazionale in memoria delle vittime di tragedie causate dall'incuria dell'uomo e dalle calamità naturali. I revisionisti, sempre in agguato, hanno voluto che la parola "colpa" fosse sostituita da "incuria".
La diga è ancora lì, bellissima, solida, un formidabile esempio di ingegneria...e di progresso.
Parlando di riscaldamento globale si trova sempre qualcuno che sostiene che "la natura si ribella".
Qui la ribellione della natura non c'entra niente e la diga è stata costruita a regola d'arte, allora la responsabilità, la COLPA del disastro è da ricercarsi nel profitto e nella sua religione: il capitalismo.
La diga è ancora lì, bellissima, solida, un formidabile esempio di ingegneria...e di progresso.
Parlando di riscaldamento globale si trova sempre qualcuno che sostiene che "la natura si ribella".
Qui la ribellione della natura non c'entra niente e la diga è stata costruita a regola d'arte, allora la responsabilità, la COLPA del disastro è da ricercarsi nel profitto e nella sua religione: il capitalismo.
RICORDARE...RICORDARE....RICORDARE E FARLO IN PARTICOLARE CON I GIOVANI.
RispondiEliminaricordiamolo è davvero importante!
RispondiEliminae spesso il capitalismo per il suo rincorrere il profitto immediato si accoppia con la stupidità
RispondiEliminaMi ricordo lo spettacolo di Paolini. Agghiacciante e commovente nello stesso tempo.
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