venerdì 9 ottobre 2009

premio nobel per la pace 2009

a Barak Obama. La prima reazione è di stupore... forse è uno scherzo.
Poi, di fronte alla conferma, sfugge un sentimento di approvazione:
si bene, è bravo e ha le ideee chiare, sta cambiando il corso degli avvenimenti e della storia sia in politica estera che a casa sua... ma poi penso: e a casa mia?
Vivo a Vicenza e come dice Massimo Cirri di Caterpillar, chissà come sono contenta!
Come sono contenta che per conto degli Stati Uniti d'America, stiano costruendo una grande base militare sopra la falda acquifera dalla quale si alimentano gli acquedotti di tre provincie.
Come sono contenta che, come dice mia suocera, la mia città possa essere l'obiettivo di un atto terroristico.
Come sono contenta che a Vicenza i consumi di elettricità, acqua e chissà quali altre risorse, aumentino vertiginosamente dopo l'insediamento dei militari. Si stima che il consumo di elettricità della base equivalga al consumo di 30.000 vicentini: è come se di colpo, la popolazione aumentasse di un terzo.
Alla faccia di "paroni in casa nostra!"
Come sono contenta e come mi sento serena, sapendo che dal suolo natio partiranno missioni militari di aerei, elicotteri, soldati, armi modernissime e altri micidiali strumenti di morte, mentre i religiosissimi frequentatori di chiese, ogni domenica, continueranno a scambiarsi un segno di pace.

No Dal Molin!

1 commento:

  1. Obama non è né sarà un santo.
    Gli USA sono sempre gli USA, un paese-impero che non vorrà di certo perdere l'egemonia conquistata.
    Obama era il male minore. Ma sempre un male.

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