Martedì (28 ottobre scorso) Albanese ha presentato all'Assemblea generale il suo ultimo
rapporto, intitolato "Genocidio a Gaza: un crimine collettivo", in cui
accusa più di sessanta governi di aver facilitato la macchina genocida
del regime israeliano a Gaza.
Durante il suo intervento, effettuato da remoto dalla Desmond and
Leah Tutu Foundation di Città del Capo, in Sudafrica, la relatrice ha
sottolineato che le potenze occidentali e diversi paesi arabi hanno
contribuito allo sterminio del popolo palestinese attraverso il sostegno
militare, diplomatico ed economico.
Inoltre, dopo aver sostenuto che una parte della comunità mondiale
collabora da anni al perpetuarsi di un'occupazione illegale "che ora è
degenerata" in un genocidio "autorizzato a livello internazionale",
Albanese ha esortato quei paesi a sospendere le loro relazioni
commerciali e militari con Israele, ricordando loro che sono legalmente
obbligati ad astenersi dal partecipare alle violazioni israeliane.
L'inchiesta, intitolata "Il genocidio di Gaza, un crimine
collettivo", esamina il ruolo di 63 paesi che sono stati legati a
Israele a livello diplomatico, militare o commerciale durante la guerra
nell'enclave, mantenendo legami che potrebbero implicare "assistenza
diretta o partecipazione" ad atti illegali come crimini di guerra e
genocidio.
"Attraverso azioni illegali o omissioni deliberate, troppi stati
stanno danneggiando, finanziando e proteggendo l'apartheid militarizzato
di Israele ", ha sottolineato Albanese durante la presentazione del
rapporto. "[E tutto questo] sta permettendo al suo progetto di
colonizzazione di trasformarsi in genocidio, il crimine più grave contro
il popolo indigeno della Palestina", ha aggiunto.
Il documento di 24 pagine colloca gli Stati Uniti al centro
dell'economia di guerra di Israele, responsabili di due terzi delle sue
importazioni di armi e di aver bloccato l'assunzione di responsabilità
attraverso sette veti nel Consiglio di sicurezza.
Nel reportage, inoltre, si ritiene che la Germania, il Regno Unito e
altre potenze europee siano responsabili del fatto di aver continuato a
fornire armi avanzate "anche quando le prove del genocidio erano
evidenti".
Albanese ha criticato l'Unione Europea per aver mantenuto il suo
ruolo di principale partner commerciale di Israele, mentre ha applicato
sanzioni immediate alla Russia per l'Ucraina.
Il rapporto ha anche sottolineato la complicità dei paesi arabi che
hanno normalizzato le relazioni con il regime sionista mentre Gaza
veniva devastata, con riferimento particolare al ruolo dell'Egitto, che
ha mantenuto la cooperazione energetica e di sicurezza con Israele e ha
chiuso il valico di Rafah, bloccando l'ultima via umanitaria
dell'enclave.
La giurista ha anche denunciato “decenni di fallimento morale e
politico” del sistema multilaterale, che ha permesso la commissione di
genocidi “in tempo reale, davanti agli occhi del mondo”.
Durante la sessione, l'ambasciatore israeliano all'ONU, Danny Danon,
ha reagito con insulti personali, definendo Albanese una "strega
malvagia". Le organizzazioni per i diritti umani hanno descritto il suo
attacco come "oltraggioso" e rivelatore della disperazione di Israele di
fronte alle critiche internazionali.
Imperturbabile, Albanese ha risposto: "Se la cosa peggiore che
possono dire di me è che sono una strega, lo accetterò. Ma se avessi
poteri magici, li userei per fermare i loro crimini e assicurare i
colpevoli alla giustizia".
La Relatrice, infine, ha esortato gli Stati a sospendere ogni
cooperazione militare e commerciale con l’occupazione israeliana e a
costruire “un quadro vivo di diritti e dignità, non per pochi, ma per
tutti”.
Fonte: La Redazione de l'AntiDiplomatico
Per un quadro più completo, è utile leggere anche:
DALL'ECONOMIA DELL' OCCUPAZIONE ALL' ECONOMIA DEL GENOCIDIO
Il report ONU di Francesca Albanese che accusa decine di aziende di alimentare lo sterminio a Gaza