martedì 30 marzo 2021

In questo mondo … non tutto si può comprare

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Un barbone a passeggio? No ... è forse il più grande matematico vivente.
Il russo Grigorij “Grisha” Jakovlevič Perelman è stato l’unico uomo che sia riuscito a risolvere uno dei sette "Problemi del Millennio", dimostrando la Congettura di Poincaré e ha rifiutato il premio da un milione di dollari che gli era stato assegnato dal Clay Mathematics Institute per questa scoperta.
La Congettura di Poincaré, è un complesso problema di topologia e quando trovò la soluzione disse: «Per me è del tutto irrilevante, in quanto se la soluzione è quella giusta, non c'è bisogno di alcun altro riconoscimento.»
Vive in un mini-alloggio all’interno di un palazzone popolare. Per lui i soldi non contano nulla: «Non voglio essere uno scienziato da vetrina, ma uno che studia la scienza per il bene degli altri.»
Gira con capelli e barba incolti e scarpe da ginnastica sformate, le immagini più recenti di lui lo ritraggono con un look trascurato: un blogger l’ha scovato in metropolitana e l’ha immortalato con il cellulare mettendo poi le sue foto su internet.
Dicono che nella sua città, che fu la capitale degli zar, sia di moda indossare una t-shirt con il suo volto e la scritta:
«In questo mondo … non tutto si può comprare.»

(Fonte: Cibo per la mente)

mercoledì 17 marzo 2021

Dalla Miteni a Borgo Berga, dal Dal Molin alla Tav, criminale è chi distrugge l’ambiente non chi difende la propria terra dalla devastazione ambientale!

Venerdi 19 Marzo ore 18.00 presidio/conferenza stampa davanti al Tribunale di Vicenza.
via E. Gallo


Negli ultimi giorni è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini per un cumulo di provvedimenti giudiziari (occupazioni di Borgo Berga e proteste davanti alla Miteni) a decine di attivist* dei movimenti sociali della nostra città che nel 2016 e 2017 si sono mobilitat* per la difesa dell’ambiente e del territorio.
In quegli anni centinaia di cittadin* hanno dato vita a una vera e propria resistenza contro la costruzione di grandi opere e per denunciare l’inquinamento delle falde acquifere da PFAS. Una campagna durata oltre due anni chiamata Vicenza si Solleva: sollevarsi appunto contro la messa in crisi ambientale del nostro territorio, contro gli eco-mostri e le colate di cemento. Manifestazioni, assemblee pubbliche, convegni, blitz, occupazioni come quella alla Miteni di Trissino che denunciava come l’inquinamento, delle acque in quel caso, avrebbe coinvolto migliaia di persone (ci si sbagliava, purtroppo, ora sappiamo che sono centinaia di migliaia le persone coinvolte in questo disastro sanitario e ambientale).
 
Il tentativo della Procura è quello di legare le varie proteste in un “medesimo disegno criminoso”, per citare il testo della notifica, tentando in sostanza di spostare le legittime richieste di vivere in un territorio sano nella criminalizzazione di chi lotta per la difesa del territorio.

In più, questo teorema accusatorio arriva proprio mentre a decine di attivist* No Dal Molin vengono consegnate a distanza di oltre dieci anni delle richieste di risarcimento per i supposti danni di immagine allo stato per aver occupato la Prefettura per contestare la scelta di dare il via libera alla base militare statunitense al Dal Molin.
Le notifiche di chiusura indagini arrivano a quattro anni di distanza dai fatti di Vicenza si Solleva, in un momento, quello che stiamo vivendo, di una pandemia che ci ha insegnato una cosa molto importante: gli ecosistemi vanno salvaguardati, altrimenti nella rottura del rapporto umano/natura/specie si verificano eventi eccezionali come quello che stiamo vivendo.

In questi anni abbiamo visto nascere un movimento globale di milioni di persone che ha detto chiaramente che questo modello di sviluppo è incompatibile con le forme di vita di questo pianeta. E’ il modello delle grandi opere, dello sfruttamento del territorio e del cemento, quello che non calcola i costi ambientali e sociali quando c’è da guardare al profitto, a Vicenza come nelle miniere di carbone di Hambach, nel delta del fiume Niger, nelle pianure della Patagonia o nelle foreste in fiamme del Brasile.

Rispediamo quindi al mittente questo tentativo di criminalizzare le mobilitazioni, dicendo che criminale è chi ancora oggi distrugge il territorio per opere come la TAV, il Dal Molin, al pari di chi inquina e di chi brucia il carbone. E’ necessario prendere parola in forma collettiva. Perché l’attacco è contro tutt* coloro che si battono per la difesa dell’ambiente e dei beni comuni!
Invitiamo tutt* a un un presidio di solidarietà davanti al Tribunale di Vicenza alle ore 18.00 di Venerdì 19 Marzo!