martedì 11 agosto 2020

Meriggiare pallido e assorto...

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe dei suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

Eugenio Montale

giovedì 6 agosto 2020

6 e 9 Agosto 1945 giorni di vergogna e di dolore

Dodici anni dopo quel 6 agosto 1945, il giorno in cui su Hiroshima fu sganciata la prima bomba atomica della storia, il fotografo giapponese Domon Ken si reca in quei luoghi e registra in bianco e nero quello che è rimasto. Racconta la vita che scorre di nuovo tra gli hibakusha, i sopravvissuti, chi ha perso i propri familiari tra quelle 140mila vittime e chi porta i segni indelebili sulla propria pelle, sotto forma di bruciature e cicatrici più spesse delle cuciture di un pallone da rugby, frutto delle tantissime operazioni di chirurgia plastica e dei trapianti subiti dalle vittime.

La Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari ha ottenuto dall’Onu l’approvazione del Trattato di proibizione. Ma dopo tre anni l’Italia – che custodisce decine di atomiche Usa – ancora non lo ha firmato. Sarebbe molto più che un gesto simbolico siglarlo in occasione del 75esimo anniversario delle due atomiche statunitensi che in Giappone uccisero 200mila persone. 
Leggi tutto l'articolo del fisico Angelo Baracca su Left
 
Tra le fonti: cultweek, left