domenica 10 maggio 2009

Andrea Camilleri,in una recente intervista televisiva, sollecitato a dire la sua circa le vicende che "occupano" i media di questi giorni, ha risposto citando il verso 76 del VI canto del Purgatorio del sommo Poeta:


Ahi, serva Italia, di dolore ostello,

Nave senza nocchiero in gran tempesta,

Non donna di provincie, ma bordello!


La scena si svolge nell'Antipurgatorio dove le anime dei negligenti, cioè di quelli che trascurarono i loro doveri spirituali, attendono di poter iniziare la loro espiazione.

Come già nell'Inferno e come poi nel Paradiso, Dante dedica il sesto canto al tema politico.

L'imprevisto abbraccio tra Sordello e Virgilio, nato dalla sola consapevolezza di venire dalla stessa terra (Mantova), suscita nel poeta un'energica ed amara apostrofe all'Italia del presente definita serva, luogo di dolore, nave senza guida, bordello

Eppure Giustiniano aveva dotato l'Italia di leggi appropriate, ma nessuno esercita il giusto potere per farle applicare. Invece si appropriano abusivamente del potere temporale gli uomini di chiesa che non sanno guidare l'Italia, divenuta ormai un destriero ingovernabile.

Dante dopo un'appassionata invettiva ai potenti del suo tempo, si rivolge direttamente a Firenze. In essa dominano la superficialità e l'irresponsabilità di cittadini che fanno a gara per avere cariche pubbliche senza capacità o preparazione.

(analisi del canto liberamente tratta da Wikipedia)






2 commenti:

  1. Ahimè, credo che molte di quelle allusioni si possano applicare anche allo stato della nostra istruzione pubblica.

    ---prof. Petrucco

    RispondiElimina
  2. Forse lo spirito di Dante aleggia ancora sulla nostra amata Italia. L'Italia che non è più una Repubblica fondata sul lavoro ma è diventata "la Repubblica delle veline" (Candida Morvillo), dei publici tradimenti e degli altrettanto pubblici divorzi. Chissà se Dante rifacesse la Divina Commedia,di quanti canti sarebbe composto l'Inferno e quanti cerchi e bolge troverebbe!!!

    RispondiElimina