giovedì 14 gennaio 2016

Anniversario

Domani ricorre l'anniversario dell'editto bulgaro con cui il Governo Prodi, nel 2007, diede il via libera alla costruzione della nuova base militare Dal Molin.

Nel frattempo, gli scenari internazionali e le modalità della guerra sono radicalmente cambiati.
La base ha perso anche il suo senso strategico-militare, lasciando una ferita enorme sulla città.

Da sempre contrari alla guerra, vogliamo costruire un percorso che possa fermare tutto questo e ridare dignità alla nostra città e all'essere cittadini.
Abbiamo pensato di dare un segnale d'inizio di questo decimo anno, con una performance artistico-civile

Sabato 16 gennaio, a partire dalle ore 16.30, una performance collettiva, producendo le ultime prove delle ceneri di quelle memorie. L'appuntamento è al cono di volo all'altezza di via Aeroporti 23, a Caldogno, Vicenza.

Domenica 17 gennaio - 25° anno dell'inizio della Guerra del Golfo - spargeremo poi quelle ceneri davanti alle entrate degli insediamenti militari. Partenza con le biciclette alle ore 9.30 dal campo del Presidio No Dal Molin. Faremo tappa davanti alle basi militari Dal Molin, Camp Ederle, Site Pluto.

Per saperne di più:
https://casacibernetica.wordpress.com/…/bocchetta-pau-burn…/
www.casadicultura.it
Riflessioni di un militante:
Con questa base, installata molto dopo la fine della guerra fredda e quindi al di fuori ogni patto e oltre ogni tempo massimo, la città ha assunto il ruolo di un bastione dell' impero che ha vinto la guerra fredda ma che è ora in crisi, non volendo, non potendo o non sapendo più come collocarsi nel disordine mondiale che lui stesso ha contribuito a provocare.
Una base che oltre aver stuprato il nostro territorio e generato altre servitù contro la popolazione, è diventata come la "fortezza bastiani nel deserto dei tartari" in attesa di una missione che non arriva mentre mezzo mondo è andato nel frattempo a fuoco. Un paradosso grottesco che vede l'europa intera in stato di emergenza, i balcani sottosopra e gli stati del golfo pronti a farsi la guerra ma con gli eserciti più giganteschi, a partire da quello Usa, incapaci o impossibilitati a scendere in campo.

Le basi militari, gli eserciti tradizionali e ì tanti altri apparati di cui gli stati si sono imbottiti nel secolo scorso non sono più adeguati a combattere una guerra che non è più quella per cui sono stati addestrati e armati. Una guerra fatta da eserciti e stati ben definiti i cui confini erano certi e ben visibili e il nemico o l'amico facilmente individuabile, escluse le spie e i doppiogiocosti contro cui bastavano spionaggio e controspionaggio...
Ora, anzi da qualche decennio, il mondo si è globalizzato, finanziarizzato, intrecciato in un modo tale che è sempre più difficile distinguere gli interessi e gli affari delle varie potenze ma allo stesso tempo sempre questo mondo si è anche destrutturato e rimescolato in una maniera tale da arrivare alla riesumazione di chi vuole un califfato, tornare cioè ad una forma di dominio che mette la religione e il sacro sopra ogni cosa, che fa della fede uno strumento di morte e del martirio l'arma utilizzata per sottomettere gli atei e gli infedeli ai fedeli, le donne agli uomini; che intende riesumare il patriarcato e negare o proibirre ogni forma di democrazia ed uguaglianza così come l'abbiamo conquistata anche se malamente gestita dalla rivoluzione francese in poi.
Un quadro in cui è dificile orientarsi perchè molto diverso da quello a cui eravamo abituati, quando schierarsi e contrapporsi era più semplice anche se poteva costare la libertà e la vita.

Noi non abbiamo un territorio da liberare come i curdi nella rojava del kurdistan.
Non abbiamo un nemico in casa con la divisa contro cui batterci come i partigiani durante la resistenza. non abbiamo nemmeno un nemico di classe, perlomeno ben visibile se chi spara è un proletario della banlieu di parigi, o bruxelles.
Non sappiamo ancora qual'è il modo più efficace per opporci ad una guerra di questo tipo, perchè ripudiarla come dice la Costituzione, essere pacifisti come i movimenti nel secolo scorso, disertare come gli anarchici o i comunisti della prima guerra mondiale, è un terreno poco praticabile perchè non ci sono eserciti da cui disertare e nemmeno guerre dichiarate da ripudiare.
Quello che sicuramente non vogliamo è lasciare libero il campo a chi vuole sottometterci ad una religione fanatica e ad un regime integralista e fascista che poi non sempre è solo l'islam o il califfo.