lunedì 22 luglio 2024

Il giorno in cui il mondo ha scoperto il potere di Microsoft


Il giorno in cui il mondo ha scoperto il potere di Microsoft

di Agata Iacono


Il 7 giugno avevamo denunciato l'accordo sulla gestione dei nostri dati, passato in sordina, tra il ministero della difesa italiano (Crosetto) e il Polo strategico nazionale (Psn).

Precedentemente avevamo illustrato il "Military Mobility", cioè l'accordo tra Leonardo e le Ferrovie Italiane, sempre patrocinato dal ministero della guerra, che consegna le nostre infrastrutture all'uso militare delle stesse, senza più regolamentazione.

Oggi tutti i giornali mainstream annunciano in pompa magna, con candido stupore e cercando pretesti rassicuranti, che le infrastrutture di tutto il mondo sono in tilt, per problemi legati a Microsoft.

Ma che strana coincidenza..

Abbiamo ceduto la gestione di tutte le infrastrutture e dei dati e ci meravigliamo che improvvisamente possano non funzionare?

Altro che nuovi lockdown paventati per bloccare il globo terracqueo!

Non c'è più bisogno: basta un click.

Ma veniamo ai fatti.

Come riporta Il Sole 24 ORE, citando come fonte diretta la BBC, :"guasti tecnici su larga scala sono stati segnalati in tutto il mondo in quello che sembra essere un malfunzionamento globale dei sistemi informatici. Lo sottolinea la Bbc segnalando che le principali banche, i media e le compagnie aeree stanno attualmente subendo importanti interruzioni sul piano informatico. I voli sono stati bloccati all’aeroporto di Sydney, la United Airlines ha smesso di volare e la piattaforma del gruppo London Stock Exchange sta subendo interruzioni.

Anche l'aeroporto di Berlino è rimasto bloccato ("ritardi",  si legge attualmente), ma le notizie di blocchi e malfunzionamenti di tutti i sistemi si susseguono senza soluzione di continuità.

Il Down informatico colpisce anche le Olimpiadi di Parigi
Il comitato organizzatore delle Olimpiadi di Parigi afferma che anche le sue operazioni informatiche sono state colpite dal malfunzionamento. Ma, a solo una settimana dall'inizio dei Giochi, il comitato afferma di avere piani di emergenza, secondo l'agenzia di stampa Reuters citata dalla Bbc.

Sky News aggiorna a sua volta tutti i disservizi di cui non si riesce ancora a comprendere la causa, benché si tenda ad escludere un attacco hacker su scala globale, orientandosi piuttosto su un problema "di aggiornamento" del sistema informatico gestito da Microsoft.

Banche, compagnie aeree, società di telecomunicazioni, emittenti radiotelevisive e supermercati ’off line’. "Un problema globale", sottolinea infatti Sky News.
Le principali compagnie aeree statunitensi non sono in grado di volare, a Londra è stato colpito il London Stock Exchange, in Australia oltre ai voli bloccati, non funzionano i sistemi di pagamento, i supermercati non possono operare, tutte le reti di trasmissione sono fuori uso.

Consideriamo che si cita l'Australia perché è stata la prima, causa fuso orario, a sperimentare le conseguenze pratiche del blocco cibernetico.

Sui social c'è chi ironizza: "The Microsoft / CrowdStrike outage has taken down most airports in India. I got my first hand-written boarding pass today", scrive un utente dall'India mostrando il biglietto aereo scritto a mano.

Anche l'aeroporto di Amsterdam è in tilt.

E, mentre su X Elon Musk se la ride con un post, diventano virali le istruzioni per cercare di ripristinare il sistema.
Più o meno tutti dello stesso tono:

"Rimuovi l'aggiornamento crowdstrike per risolvere il problema
Autorizza l'amministratore
Avvia in modalità provvisoria
Ambiente di ripristino di Windows
Vai alla directory C:WindowsSystem32driversCrowdStrike
Cartella chiamata "CrowdStrike"
File .sys C0000291.sys
Elimina quel file
Riavviare il PC
Dovrebbe essere risolto"

Anche in Spagna si stanno registrando problemi allo scalo di Madrid. Secondo quanto riferisce la Bbc le compagnie aeree statunitensi hanno adesso imposto uno stop globale per tutti i voli da loro operati. Ryanair segnala problemi informatici.
In Israele il problema dei servizi informatici riguarda anche alcuni ospedali. Secondo il Times of Israel, "il problema interessa anche il servizio postale, oltre ad alcuni media."

In tilt anche alcuni servizi in Italia: la borsa di Milano ha aperto in notevole ritardo.

Scrive Repubblica, in costante aggiornamento:
"Disagi per aeroporti, stazioni e banche anche in Italia, come nel resto del mondo, per il down di Microsoft. Le comunicazioni attraverso i canali ufficiali si rincorrono sul web, sui siti e attraverso i media."

Problemi si segnalano in Italia anche nel sistema penitenziario e di sicurezza, mentre Ita airways annuncia disservizi e cancellazioni.
Gli aeroporti italiani sono in tilt.
Anche Trenitalia annuncia gravissimi disagi, benché dichiari che i propri sistemi informatici non siano stati impattati.

ANAS autostrade ha già attivato il sistema "alternativo di emergenza".
In cosa consiste?
Nel fare tornare il personale fisicamente al loro posto gli umani.

Autostrade comunica ufficialmente :“Servizio garantito, attivato protocollo di emergenza”
Nonostante il disservizio che questa mattina ha colpito diverse piattaforme informatiche a livello mondiale, il gruppo autostrade per l'Italia "ha attivato nelle prime ore della giornata, nel giro di breve tempo, il proprio sistema di business continuity per tornare a garantire rapidamente sulla rete nazionale la piena funzionalità di tutti i servizi digitali, assicurando la continuità operativa e limitando al massimo i disagi per gli utenti in viaggio in queste ore. Il servizio è stato comunque sempre garantito". "Sin dalle prime ore della mattina è stato inoltre attivato contestualmente al problema informatico, il protocollo di emergenza che prevede un presidio fisico straordinario di uomini e mezzi su tutti i nodi nevralgici della rete, a supporto dei viaggiatori. Le attività di business continuity continueranno per tutto il giorno fino a risoluzione, onde garantire piena operatività del servizio".

Insomma, in sintesi, "business continuity" significa ripristinare i metodi tradizionali.

Pare che il blocco dei sistemi che hanno ceduto tutti i dati a poche multinazionali sia da imputare ad un aggiornamento "sbagliato" di Microsoft. Ma poco importa il motivo tecnico.

Gravissima è invece la leggerezza colpevole con cui si è lasciata in mano ad aziende private la gestione totale di dati, infrastrutture, banche e ospedali, il tutto nella totale censura mediatica.

Questa è guerra, se non ce ne siamo ancora accorti...

Fonte: L'Antidiplomatico

giovedì 13 giugno 2024

ELOGIO DEL COMPLOTTISTA

Complottista è uno degli insulti più gettonati del nostro tempo. Ma chi è davvero il “complottista”? 

Chi ordisce i complotti oppure chi li denuncia e li smaschera? 

Chi indaga alla scoperta di intrighi, cospirazioni e congiure o chi crede nelle ipotesi più ridicole e assurde? 

E cosa significa, realmente, il sostantivo “complottismo”? Quando sono nate queste parole così diffuse? Come mai sono state caricate di tanto disprezzo al punto da diventare delle vere e proprie ingiurie? 

Il profilo di un personaggio tutt’altro che negativo e deteriore: e cioè l’uomo libero, dotato di coscienza critica. Vale a dire, il nemico giurato del Potere Costituito, della Matrice del Controllo e del Pensiero Unico. In realtà, chi è marchiato con questo appellativo è forse il solo ad aver capito quali rischi enormi corrono oggi l’autentica libertà e la vera democrazia.

Per questo, e per molti altri motivi, il complottista non merita la “forca” a cui è già stato condannato dal Sistema. Merita, invece e come minimo, un pubblico elogio: l’elogio del complottista.

... Ti hanno sempre dato del complottista, facendoti sentire male? La verità è che sei un erede legittimo di Socrate e del pensiero critico.


Liberamente tratto da unavox 

Intervista a Francesco Carraro, autore di "Elogio del complottista": 

venerdì 17 maggio 2024

Propaganda

Tutto è negoziabile tranne i valori fondamentali.
In una civiltà evoluta, i valori fondamentali sono chiari e non negoziabili.
Forti della nostra storia, riteniamo di appartenere ad una civiltà evoluta tanto da volere insegnare ad altri come vivere.
Tra i valori fondamentali c'è il rispetto della vita altrui e la fiducia nel dialogo da preferire sempre alla violenza.
Ma la propaganda lavora contro la civiltà.
In un dialogo casuale, una persona si lamentava delle scelte politiche regionali, per concludere, con il solito rammarico: "non riusciamo a costruire un'alternativa".
Ho osservato che se dici qualcosa di diverso o fuori dal coro, ti sparano, vedo difficile costruire un'alternativa. 
Mi è stato risposto che a quello gli avrebbe sparato volentieri anche il mio interlocutore, perché colpevole di essere filorusso.
Non sapevo che essere filorusso fosse una reato da pena di morte.
Pensavo fosse una posizione politica e come tale, negoziabile.
Il rispetto della vita dell'interlocutore, o dell'avversario e persino del nemico politico, è un valore fondamentale della nostra civiltà.
L'abolizione della pena di morte è un fiore all'occhiello della nostra civiltà.
Il superamento della giustizia "fai da te" con l'istituzione della magistratura, è un traguardo importante della nostra civiltà.
Guardiamo invece cosa è riuscita a fare la propaganda, rileggiamo i giornali o i telegiornali di questi giorni e vergogniamoci di come abbiamo lasciato incustodita e indifesa la nostra civiltà.
Il mio interlocutore è una brava persona, di buoni principi e mite, ma preda della propaganda come tanti.
Un uomo è stato ferito quasi a morte e a pochi interessa il valore più grande: l'umanità intesa come qualità imprescindibile degli esseri umani... restiamo umani!

domenica 5 maggio 2024

Concorrenza sleale

 


Nessun paese ha mai tratto profitto da una guerra prolungata
Sun Tzu, V secolo A.C.




Diceva Henry Kissinger che essere nemici degli Stati Uniti può essere pericoloso, ma esserne amici è fatale. E nel caso dell’Europa odierna la fatalità, il “fattore Kissinger”, consiste nel suicidio economico impostole dagli Stati Uniti e culminato con la guerra in Ucraina, ma preparato e istigato da lungo tempo. La vocazione autodistruttiva del nostro continente è stata preconizzata da Nietzsche due secoli fa con il concetto di “nichilismo europeo”. La sua prova generale sono state le due guerre mondiali del Novecento, e il percorso verso la soluzione finale è iniziato con il vassallaggio verso gli Usa instaurato dopo il 1945. La sudditanza dell’Europa non è stata lineare. Si è dipanata in fasi alterne, con sussulti di indipendenza durante i quali il Vecchio continente ha reclamato la sua sovranità.

Il più importante sobbalzo ha prodotto la nascita dell’Unione europea e di una valuta, l’euro, potenzialmente alternativa al dollaro. Ma si è poi caduti sempre più in basso, fino alla corrente fase terminale.

La rottura con la Russia del 2022, con la guerra in Ucraina, capovolge il cammino verso Est dell’Unione europea e vanifica la formula del suo capitalismo. Questa rottura comporta tre conseguenze letali, destinate ad aggravarsi nei prossimi anni salvo reazioni dettate dall’istinto di sopravvivenza. Il primo effetto è la prosecuzione della stagnazione di lungo periodo del capitalismo europeo iniziata negli anni 70. Le previsioni del Fondo monetario parlano chiaro: il Pil dell’Unione resterà vicino allo zero per almeno tre anni, in controtendenza rispetto a quello degli Usa, della Russia e del resto del mondo.

Lo stop è dovuto in massima parte alle sanzioni contro il petrolio e il gas che l’Europa acquistava a basso prezzo dalla Russia prima del 2022. Petrolio e gas che dopo lo scoppio della guerra vengono acquistati dagli Usa a prezzi fino a 4-5 volte superiori.

Nessuno parla dei veri termini della questione dei rifornimenti di energia. Troverete centinaia di articoli su quanto siamo stati bravi a ridurre nel giro di un anno le importazioni di gas dalla Russia, senza che quasi alcuno di essi parli dei folli prezzi della bolletta energetica pagata ora agli Stati Uniti. Gli Usa hanno spinto gli alleati europei verso sanzioni estreme contro Mosca. Dopo poche settimane dall’inizio delle ostilità hanno pressato l’Ucraina a combattere invece di concludere un accordo già quasi negoziato. E hanno completato l’opera distruggendo il gasdotto Nord Stream nel settembre 2022: tutto alla luce del sole, dopo che Biden aveva avvertito gli alleati che quel gasdotto era condannato. Un atto di guerra contro la Germania ingoiato dalla sua élite come se nulla fosse. È con questi metodi che gli Stati Uniti si sono assicurati il primo posto tra gli esportatori di gas liquefatto verso l’Europa e verso il mondo.

L’Europa è divenuta, inoltre, la prima destinazione del loro petrolio: 1,8 milioni di barili al giorno contro 1,7 verso l’Asia e l’Oceania. Un colpo “alla Kissinger” contro gli alleati d’oltreatlantico che il centro Bruegel ha valutato costare quasi un punto e mezzo del Pil dell’Unione europea. Un colpo che è il costo più grande della guerra Nato contro la Russia.

Sommato alle spese in armamenti e agli altri oneri della belligeranza, siamo intorno – sempre secondo Bruegel – a 316 miliardi di euro, pari al 2% del Pil dell’Unione nel 2022. Cifra aumentata nel 2023 e che corrisponde, guarda caso, alla differenza tra il +2,4 del Pil Usa e il +0,4 dell’Unione. Il tutto tramite contratti-capestro firmati con gli Usa dalla Von der Leyen e da vari governi europei che proteggono lo Zio Sam da eventuali rinsavimenti della controparte tramite scadenze pluriquinquennali. L’aumento dei prezzi dell’energia, inoltre, è responsabile del 40% dell’aumento dell’inflazione in Europa. E un altro 40% è dovuto ai superprofitti degli importatori europei di gas. Non ci si deve meravigliare, allora, se Politico.eu raccoglie gli sfoghi di alti dirigenti di Bruxelles “furiosi con l’Amministrazione Biden che sta accumulando una fortuna con la guerra a spese dei Paesi europei. Gli Stati Uniti sono il Paese che sta approfittando di più dalla guerra perché vendono più gas a prezzi più alti, e perché vendono più armi” (24.11.2022).

Ma la storia del nichilismo europeo non si ferma qui. Il secondo elemento letale è la secca perdita di competitività delle industrie europee rispetto a quelle americane causata dall’impennata dei prezzi dell’energia. Non c’è industria manifatturiera nostrana che possa reggere un costo dell’energia 4 volte maggiore di quello sostenuto dalla concorrenza. Non troverete cenno al “fattore Kissinger” nei rapporti angosciati e codardi di Draghi e di Letta sul futuro del sistema Europa. Il Paese più bastonato (o meglio, auto-bastonato) è stato la Germania, che sta assistendo alla distruzione della sua base industriale e alla fuga di centinaia delle sue imprese verso gli Stati Uniti. Attratte, queste ultime, anche dagli incentivi dell’Inflation Reduction Act. Un mix di misure di favore equivalenti ai famigerati “aiuti di Stato” di Bruxelles che Biden sta distribuendo a piene mani agli “amici” d’oltreatlantico per far trasferire negli Usa pezzi interi del loro apparato produttivo.

La mitica Germania è diventata un Paese in via di de-industrializzazione nonché la nazione con la peggiore performance tra tutte le economie avanzate: Pil a -0,3% nel 2023-24. La terza pozione letale che deve trangugiare l’Europa è la fine del suo modello di crescita degli ultimi trenta anni, basato sulla Russia e sulla Cina. È stato proprio Josep Borrell a dichiarare candidamente agli ambasciatori Ue, nell’ottobre 2022, che “la nostra prosperità si è basata sulla Cina e sulla Russia: energia e mercato. Energia a basso costo dalla Russia e accesso al mercato cinese per importazioni, esportazioni, investimenti e beni di consumo a basso prezzo… Quel mondo non c’è più”. Il tramonto di quella formula di crescita ha spinto ciò che resta del capitalismo europeo in un vicolo cieco. La Russia ha reagito allo scontro con l’Europa accelerando la sua integrazione in uno spazio economico asiatico sempre più vincente. In soli due anni il commercio della Russia con l’Asia è passato dal 26 al 71%. In questo spazio Cina e India diventano ancora più competitive rispetto a Europa e Stati Uniti grazie allo sconto sui prezzi degli idrocarburi importati adesso dalla Russia. Uno spazio divenuto, inoltre, più sicuro perché le transazioni tra le potenze maggiori dell’Asia avvengono ora tramite le loro valute nazionali invece che con i dollari.

C’è qualcuno in grado di affermare, allora, che esista un modello di crescita del capitalismo europeo alternativo a quello appena distrutto dal “fattore Kissinger”? Potranno mai i balbettii neoliberali su “più mercato” e “più Europa” sostituire una credibile nuova narrativa sul posto dell’Europa nell’ordine mondiale post-americano e multipolare emerso ormai nitidamente?

di Pino Arlacchi  Il Fatto Quotidiano  4 maggio 2024
Fonte: L'Antidiplomatico

domenica 7 aprile 2024

Dal discorso tenuto al Senato della Repubblica Italiana da Sandro Pertini il 7 marzo del 1949:

«Noi siamo contro il Patto Atlantico, prima di tutto perché questo Patto è uno strumento di guerra…. Ma il nostro voto è ispirato anche a un’altra ragione. Questo Patto Atlantico in funzione antisovietica varrà a dividere maggiormente l’Europa, scaverà sempre più profondo il solco che già separa questo nostro tormentato continente…

Una “Santa Alleanza” in funzione antisovietica, un’associazione di nazioni, quindi, che porterà in sé le premesse di una nuova guerra e non le premesse di una pace sicura e duratura. Noi siamo contro questo Patto Atlantico dato che esso è in funzione antisovietica. Perché non dimentichiamo, infatti, come invece dimenticano i vostri padroni di oltre Oceano, quello che l’Unione Sovietica ha dato durante l’ultima guerra. Essa è la nazione che ha pagato il più alto prezzo di sangue. Senza il suo sforzo eroico le Potenze occidentali non sarebbero riuscite da sole a liberare l’Europa dalla dittatura nazifascista…E noi socialisti sentiamo che se domani per dannata ipotesi dovesse crollare l’Unione Sovietica sotto la prepotenza della nuova “Santa Alleanza”, con L’Unione Sovietica crollerebbe il movimento operaio e crolleremmo noi socialisti…

Parecchi di voi si rallegrarono quando videro piegata sotto la dittatura fascista la classe operaia italiana e costoro non compresero che, quando in una nazione crolla la classe operaia, o tosto o tardi con la classe operaia, finisce per crollare la nazione intera… Oggi noi abbiamo sentito gridare “Viva l’Italia” quando voi avete posto il problema dell’indipendenza della patria. Ma non so quanti di coloro che oggi hanno alzato questo grido, sarebbero pronti domani veramente a impugnare le armi per difendere la patria. Molti di costoro non le hanno sapute impugnare contro i nazisti. Le hanno impugnate invece contadini e operai, i quali si sono fatti ammazzare per l’indipendenza della patria.

Onorevole Presidente del Consiglio, domenica scorsa a Venezia, in piazza San Marco, sono convenuti migliaia di partigiani da tutta l’Italia e hanno manifestato precisa la loro volontà contro la guerra, contro il Patto Atlantico e per la pace. Questi partigiani hanno manifestato la loro decisione di mettersi all’avanguardia della lotta per la pace, che è già iniziata in Italia, essi sono decisi costituire con le donne, con tutti i lavoratori una barriera umana onde la guerra non passi. Questi partigiani anche un’altra volontà hanno manifestato, ed è questa: saranno pronti con la stessa tenacia, con la stessa passione con cui si sono battuti contro i nazisti, a battersi contro le forze imperialistiche straniere qualora domani queste tentassero di trasformare l’Italia in una base per le loro azioni criminali di guerra. Per tutte queste ragioni noi voteremo contro il Patto Atlantico».

venerdì 23 febbraio 2024

Oriente e occidente

Negli anni novanta del secolo scorso, dopo la caduta del regime Sovietico, il monopolarismo che si affacciava, faceva riflettere gli intellettuali.

Poi un tizio brandì una fialetta contenente una polverina bianca e il mondo sprofondò nel delirio di quel mondo unipolare.

A cento anni delle tragedie del secolo breve, l'egemone perde credibilità e forza e all'orizzonte, si intravede il multipolarismo, ma