Con un regolamento liberticida, frutto dell’approvazione del pacchetto sicurezza, Prefettura e Questura vorrebbero limitare la libertà di manifestare a Vicenza, confinando le proteste in alcune aree ben delimitate e fuori dal cuore pulsante della città.
L’ennesima strage in Afganistan coinvolge i soldati italiani. Questa sera la fiaccolata prevista per difendere i cortei in centro, è anche un momento per esprimere indignazione e opposizione a una guerra che continua a portare morte e distruzione; e di cui Vicenza è, suo malgrado, protagonista.
Sei soldati italiani sono morti in Afganistan, facendo la guerra. Sarebbe più corretto dire che almeno 21 persone sono morte in Afganistan durante un’operazione di guerra: ma si sa che i morti non sono tutti uguali, e così gli almeno 15 civili massacrati non fanno notizia.
Non ne vogliamo più sapere; di lutti e distruzioni, esplosioni e tragedie, guerre e violenze. “Not in my name”, si sarebbe scandito qualche anno fa; ma ora è più semplice dire “via dalla nostra città”: perchè non vogliamo più ospitare coloro che sono i responsabili di tutto ciò; non vogliamo sentirci complici di chi usa la guerra come strumento di tutela “del proprio tenore di vita”.
Un motivo in più, questo, per scendere in piazza questa sera, ed esprimere tutta la nostra indignazione per l’ennesima strage compiuta in Afganistan. Una strage che ha dei responsabili evidenti: coloro che questa guerra l’anno voluta, pianificata, combattuta. E non diteci, cari generali statunitensi, che volete regalare la democrazia al popolo afgano, perché siete gli stessi che l’avete negata alla comunità vicentina.
FIACCOLATA CIVICA 18 SETTEMBRE 20.30 P.zza Castello Vicenza
per leggere tutto: No Dal Molin
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