Noi abbiamo manifestato.
C'erano le forze dell'ordine e le televisioni a controllare e documentare per chi non credeva che si potesse ancora manifestare il dissenso per l'imponente base militare degli Stati Uniti d'America a pochi chilometri dal centro della città patrimonio dell'UNESCO.
Ieri la sentenza del processo per i coraggiosi cittadini che hanno occupato la Prefettura di Vicenza per porre l'attenzione su questa tragedia e per ricordare che ci è stato impedito il referendum consultivo prima che l'enorme edificio venisse costruito.
Questa la cronaca di uno dei presenti:
Molti
di noi, parlo di quelli che hanno partecipato alla sentenza
sull'occupazione della Prefettura, si sono prima sorpresi e poi
indignati nell'udire quello che il giudice Rizzi ha deciso con la
sentenza di oggi e non per il numero di mesi o di euro che ognuno dei
trenta imputati dovrebbe scontare o pagare ma per quella parola
infame con cui ci ha definito e con noi tutto il movimento No Dal
Molin e tutta la città che lo ha sostenuto: colpevoli!
Colpevoli
di aver partecipato ad un'iniziativa e «agito per motivi di
particolare valore morale e sociale», come lei stessa sig. giudice
ha riconosciuto, motivi che ci hanno spinto ad incatenarci sulle
scale dell'unico organo di governo esistente in città, cioè la
prefettura, perchè volevamo avvertire il governo Prodi che la
decisione di aver dato il via libera alla costruzione della base era
non solo sbagliata, dannosa e pericolosa per la città ma era anche
illegittima perchè presa a voce e fuori perfino dai limiti previsti
dai trattati bilaterai stipulati fra Italia ed Usa, come sosteniamo
non noi ma altri giudici, quelli del Tar di Venezia, con una sentenza
dell'agosto del 2008.
Ma
gli occhiali rotti al piantone Cardillo? E la porta di accesso
agli uffici forse scassata? Anni di indagini e udienze, plotoni di
avvocati e magistrati, poliziotti e carabinieri schierati, insomma
una montagna di risorse ed energie mobilitate e ben più consistenti
dei danni presunti che sarebbero stati provocati dagli "invasori"
come ci ha definiti il sempre sorridente Pm, quel giorno di 5 anni fa
non è un po' esagerato?
Fossero
costati anche 3000 euro gli occhiali di Cardillo potevano essere
rifusi e subito con una colletta fra amici...insomma perchè tutto
questo casino per così poco? Quello che oggi abbiamo capito è che
tutto questo teatro viene apparecchiato per evitare che la gente,
anzi il popolo sovrano, capisca che dietro c'è solo un grande
imbroglio, quello che Kafka nella famosa opera il Processo
aveva chiamato opacità. Un'opacità che è tipica di ogni organismo
dello stato ma che in quello che chiamiamo tribunale si esalta
perchè il suo compito principale è salvare il culo allo stato, di
cui è appunto apparato.
Noi
siamo andati a chiedere giustizia a chi non ce la può dare perchè
il suo compito è un altro, quello che il Pm Pecori, sempre lui, non
ha avuto pudore di sbattercelo in faccia: "Rassegnatevi",
ha detto e così il signor giudice ha sentenziato.
Rassegnatevi al ruolo che noi apparato dello stato vi assegniamo di
volta in volta: imputati e condannati se non fate come diciamo noi,
cittadini solo quando votate ma poi comunque facciamo come ci pare
ecc...
Ma
non deprimiamoci, forse abbiamo perso del tempo perchè la giustizia
raramente passa per i tribunali però ne siamo usciti più
convinti che ribellarsi allo stato che non rispetta nemmeno le sue
leggi è giusto e legittimo.
Completamente d'accordo con te e con chi manifesta il proprio dissenso, con molta dignità e a volte con molto coraggio, considerando le reazioni spesso violente che accompagnano una manifestazione.
RispondiEliminaSono ormai 4 anni che manifestiamo la nostra contrarietà in modo pacifico e democratico.
Eliminasono con voi
RispondiEliminagrazie Ernest, la solidarietà è molto importante per noi
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