Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe dei suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Eugenio Montale
Molto bella questa poesia di Montale!Saluti OLga
RispondiEliminaIeri pomeriggio mi sembrava perfetta... credo anche oggi.
EliminaGrazie per essere passata di qui.
A presto :)
Una delle più belle poesie della letteratura italiana, dopo la sua pubblicazione il neologismo "meriggiare" si è imposto più come stato d'animo, sentimento, che come indicatore di un momento della giornata.
RispondiEliminaCiao
Meriggiare è "lo stato d'animo" di questi pomeriggi di agosto. Ciao
EliminaGrande E. Montale. Conosciuto nel mondo ma qui in Liguria sono ancora in molti a ricordarlo molto bene. Hai scelto bene per il tuo post
RispondiEliminaUn grande Eugenio Montale è un'ottima scelta.
EliminaEvviva la poesia!
Grandi versi!
RispondiEliminaSaluti a presto.
🙂
EliminaMontale è sempre una certezza
RispondiEliminauna poesia meravigliosa, che apprezzo ancora di più ora
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