giovedì 25 ottobre 2012

Un grande avvenire dietro alle spalle

Biennale internazionale di architettura - Venezia - Arsenale




Il padiglione Italiano occupa un grande spazio vicino ad un ex bacino di carenaggio; un luogo magnifico e magico, dove è stato allestito, nel 1998, anche lo spettacolo Marco Polo di Marco Paolini,. Un posto di prim'ordine insomma.



L'interno è dedicato all'architettura made in Italy da Adriano Olivetti alla green economy.

green




cliccare qui per testo di approfondimento








valentine di Olivetti



Mostriamo al mondo, che abbiamo un grande avvenire dietro alle spalle, come scrisse Vittorio Gassman.

Sopraffatta dal genio italico, guardo con la nostalgia del passato, a un verde futuro simbolicamente imprigionato nel paese che cementifica di più in Europa.

7 commenti:

  1. abbiamo dimenticato quello che siamo stati e in particolare il genio italico.

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    1. Oggi cosa proponiamo?
      Il genio italico del passato, ha generato eredi?
      Visitando il padiglione non ho trovato le risposte.

      In piazza S.Marco, nel bellissimo negozio Olivetti (di Carlo Scarpa), l'esposizione e i filmati portano a riflettere e ricordare come quell'azienda e la sua straordinaria esperienza, siano state "azzerate" per il profitto di altre, che da qui hanno mosso per divenire colossi multinazionali. Le genialità italiche hanno spesso dovuto piegarsi agli interessi del potente alleato con il quale abbiamo accordi segreti dal dopoguerra.

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    2. "Dovuto" e voluto, piegarsi agli interessi del potente alleato.
      Che poi, più che di "alleato", bisognerebbe parlare di colonizzatore.
      Forse, il fatto di essere stati fra i primi a subire l'"esportazione di democrazia", in tempi nei quali il termine aveva un sentore nuovo che ci era necessario, ci ha distratti per anni dal vero significato di quest'alleanza forzata.
      La quale ha imposto non solo governi e cultura, ma cibo, architettura e attraverso questi il modellamento del pensiero fino a cambiare la nostra percezione del chi siamo.
      Fra un po' (ma neanche tanto un po'), troveremo un po' "vecchiotto" il Colosseo e l'idea di "rimodernare" la cupola del Brunelleschi con qualche tubo innocenti e due luci high tech ci sembrerà accettabile, tanto abbiamo digerito la non cultura americana del fare e disfare edifici pur di far muovere capitali e industria.
      Non abbiamo più alcun orgoglio per la nostra storia, alcun rispetto per la nostra idea del mondo.
      Abbiamo avuto i più grandi architetti e oggi facciamo restaurare il paese dai geometri...

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    3. a proposito e ritornando all'architettura,
      qui: http://images.corrieredelveneto.corriereobjects.it/fotogallery/2012/04/base_vicenza/img_base_vicenza/0M1WML1R_672-458_resize.jpg
      si può vedere come si costruisce oggi nella città di Andrea Palladio, a uso e consumo dell'alleato-colonizzatore.

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  2. Quattro parole il tuo post, ma piene di contenuti che condivido con grande malinconia. Questa Italia che si disfa sempre più.

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  3. Dopo avere anche visto quell’orrore che segnali in costruzione (debbo vedere cos’è) “nella città di Palladio”, ti dico che metà, o quasi, del mio corso da studente di Composizione Architettonica, fu dedicata tutta a questo grande architetto, ed è stato lì che ho imparato cos’è la grazia, la pulizia, la proporzione, l’eleganza.. Così anche seguendo le opere di Gae Aulenti (neo liberty ,non razionalista o modernista) tanto per fare un nome e farle un omaggio. E’ insomma questo, lo 'stile italiano'..
    Concludo con le le preziose parole di Pistoletto " Dopo il Moderno serve, nuovamente, un Rinascimento." ciao Berica, bel post!

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  4. Prima gli altri imitavano noi, siamo ridotti adesso a imitare gli altri, e male. Ecco.

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